Per tutti gli amanti della birra artigianale: Udite, Udite…
il Senato ha approvato ieri il Collegato agricoltura stabilendo che “si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. La norma prevede anche l’obiettivo di favorire lo sviluppo della filiera del luppolo in Italia”.
Una notizia accolta con entusiasmo da Ivan Borsato recentemente eletto presidente dei birrifici artigiani della Confartigianato Imprese Marca Trevigiana che commenta: “si sono poste le basi per la qualifica di birra artigianale che in questo modo si prepara a diventare un brand sinonimo di qualità, in virtù non solo delle materie prime ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione. Ma proprio perché siamo convinti che sia il processo produttivo che fa la differenza ci sarebbe piaciuto che venisse enfatizzata e maggiormente valorizzata proprio la lavorazione manuale. Non a caso il successo che stanno riscuotendo i microbirrifici artigiani italiani sta proprio nella nostra “vena artistica” che ci viene riconosciuta a livello internazionale. Anche in questo settore noi italiani abbiamo introdotto la creatività declinata non solo nel prodotto, ma anche nella sua etichetta o nel packaging”.
Borsato non nasconde che l’aspetto della microfiltrazione potrebbe dare qualche problema, soprattutto per l’export: “Vi sono infatti processi necessari nel caso si voglia un prodotto stabile, longevo e conservabile. Tutte caratteristiche necessarie se si vogliono ridurre le contestazioni sul prodotto soprattutto se spedito all’estero e quindi sottoposto allo stress da viaggio. Inoltre -sottolinea- anche il limite di produzione annua non superiore a 200.000 ettolitri è un po’ esagerata se si pensa che in media un micro birrificio artigiano -che lavora tutto a mano- ne produce tra i 1.000 e i 1.500 ettolitri all’anno”.
Resta comunque un fatto decisamente positivo: la semplificazione degli adempimenti e la riduzione delle accise a carico dei micro birrifici che sino ad oggi non erano diversificati rispetto ai grandi impianti industriali.